Sicilia, per Vittorio Sgarbi un vero Eldorado

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di Catena Pazienza

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La Sicilia per Vittorio Sgarbi può considerarsi un vero Eldorado? L’impressione di molti, da Palermo a Catania e altrove, porterebbe a questa conclusione: Vittorio Sgarbi da tempo bivacca nell’isola, cogliendo tutte le possibili opportunità, anche economiche, per trarne beneficio. E molti si chiedono anche: “Ma la Sicilia aveva proprio bisogno d’importare personaggi come Sgarbi?”. La presenza del noto critico e cultore d’arte, a quanto pare, viene considerata una strana forma di “esterofilia” della quale la Sicilia e i Siciliani potevano fare sicuramente a meno, ma di parere diverso sono stati quanti responsabili di Cosa pubblica isolana hanno ritenuto di preferirlo, ignorando le risorse “locali”. Appunto come se in Sicilia mancassero critici e cultori d’Arte in grado di organizzare eventi al suon di bigliettoni bancari.

Se le sguaiataggini e i turpiloqui di Sgarbi piacciono al nord e fanno audience nelle varie televisioni nazionali, in Sicilia si può fare a meno delle esternazioni dell’Uomo di cultura piovuto da Ferrara che preferisce le forme esagitate per attirare l’attenzione. E pur tuttavia c’è sempre un limite. Ma i “limiti” in Sicilia vengono spesso superati per essere dimenticati dopo poche ore, così come gli scandali. Allora non c’è da meravigliarsi se non suscitano scandalo le affermazioni di Sgarbi nei confronti di Nino Di Matteo, sostituto alla Direzione nazionale antimafia: ha tratto beneficio delle minacce di morte ricevute dal carcere da Totò Riina, ha cavalcato l’onda per fare il martire. Il boss ha reso un eroe nazionale il pm: non è un martire, tanto è vero che Riina è morto e lui è stravivo (…).

Come commenta il neo governatore Nello Musumeci le parole del “suo” assessore ai Beni culturali? In maniera semplice…: Il professore Vittorio Sgarbi è libero, come ogni cittadino, di esprimere qualsiasi giudizio, nella stessa misura in cui rivendico la mia libertà di non condividerne, nella fattispecie, le forme e il contenuto (…) Essendo l’amico Sgarbi componente del governo da me presieduto, sono certo saprà improntare le proprie dichiarazioni alla sobrietà che il ruolo pubblico impone a ciascuno di noi(…).

E lo stesso professore Sgarbi come commenta le (poche) reazioni registrate? In maniera semplice…: prendo atto che la mia libertà di opinione e di esternazione (di cui fu cattivo maestro Francesco Cossiga) è condizionata dallo stato di emergenza nel quale si intende lasciare la Sicilia, limitando i diritti costituzionali garantiti dall’Italia (…).

Scelto per “interessi politici” in quanto quei voti racimolati sotto l’etichetta “Rinascimento” tornavano utili (anche se non in quantità rilevante) perché potevano finire nelle mani dei 5 Stelle, per il neo governatore della Regione Siciliana Nello Musumeci il professore ferrarese Vittorio Sgarbi non costituisce un’incognita, tenuto conto che lo ha definito “suo amico” e quindi ne conosce i possibili risvolti “estremisti” nell’uso dei rapporti interpersonali.

Ma c’è anche chi sostiene  che il neo governatore Musumeci per far diventare la Sicilia “bellissima” non possa fare a meno del supporto di Vittorio Sgarbi, profondo conoscitore di opere magnifiche e… bellissime…,. Sgarbi/Musumeci, dunque, accoppiate vincente, capre permettendo…

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